L’agitazione psicomotoria nell’anziano con demenza

Cos’è l’agitazione psicomotoria nell’anziano con demenza?

L’agitazione degli anziani che risiedono nelle case di cura è uno dei problemi prevalenti per il personale e le figure professionali che se ne prendono cura. Si definisce agitato un comportamento inappropriato sul piano verbale, vocale o motorio, non giustificato da bisogni evidenti da parte dell’osservatore. La frequenza dei comportamenti agitati è relata all’aumento della compromissione della funzionalità cognitiva nell’anziano e dello stress-lavoro correlato degli infermieri e degli operatori socio-sanitari, che talvolta intervengono con l’utilizzo di restrizioni che riducono la qualità della vita nell’anziano. Un intervento farmacologico riesce talvolta a ridurre l’agitazione, ma considerata l’età degli ospiti e la probabile assunzione concomitante di altri farmaci, aumenta il rischio di effetti collaterali e reazioni avverse ai farmaci.

Il concetto di agitazione, la sua eziologia e i modi in cui si manifesta, non è stato definito in modo chiaro in letteratura. Cohen-Mansfield e Billing (1986) suggeriscono che l’agitazione è un comportamento inappropriato sul piano verbale, vocale o motorio, non giustificato da bisogni evidenti da parte dell’osservatore. L’agitazione si manifesta in tre tipi di comportamento: fisicamente aggressivo, non fisicamente aggressivo, agitato verbalmente.

Il modello rogressively Lowered Stress Threshold model di Hall & Buckwalter

La frequenza dei comportamenti agitati è relata all’aumento della compromissione della funzionalità cognitiva nell’anziano e svolge una funzione non adattiva di coping (gestione) per proteggere la persona compromessa cognitivamente da pericoli reali o immaginati nell’ambiente. Il modello di Hall & Buckwalter (Progressively Lowered Stress Threshold model) del 1987 ipotizza che con l’avanzamento della demenza, la soglia tra il comportamento di base (normale) e agitato si restringe. Il modello si è evoluto a partire dalle osservazioni del comportamento delle persone con demenza, contestualizzandolo all’interazione ambiente-persona.

Le persone con demenza mostrano comportamenti che indicano una disfunzionalità nell’interazione persona – ambiente:

  • Incapacità di riconoscere oggetti che erano noti
  • Incapacità di riconoscere la funzione dell’oggetto e come usarlo
  • Incapacità nel riconoscere familiari e amici
  • Comportamenti ripetitivi
  • Reazioni catastrofiche
  • Comportamenti inappropriati al contesto

Agitazione psicomotoria demenza Progressively Lowered Stress Threshold model

L’aumento nella compromissione delle aree del cervello che elaborano gli imput sensoriali espone la persona ad un maggior rischio di mettere in atto un comportamento agitato. La quantità e l’intensità di stressors contribuisce quindi al rischio complessivo di un comportamento agitato. Maggiore è il rischio totale, più vicino l’individuo si muove verso la soglia al di là della quale compare il comportamento agitato.

Con il progredire della demenza l’agitazione può così aumentare.

L’aumento dell’ansia si osserva nella perdita di contatto oculare e nel tentativo di evitare lo stimolo stressogeno (ad esempio allontanarsi dalla folla). Durante una giornata, normalmente i pazienti alla mattina presentano un livello di stress più basso. Poi lo stress aumenta durante il giorno finché, nel pomeriggio, supera le soglie sfociando in un comportamento agitato.

Il modello è stato creato con lo scopo di insegnare ai caregivers ad organizzare le osservazioni, a prendere decisioni, a pianificare la cura minimizzando o prevenendo i comportamenti agitati attraverso una riduzione nell’ambiente di ciò che può innalzare i livelli di stress.

Forme degli stressors 

  • ž  Fatica
  • ž  Cambiamenti nella routine, nel caregiver o nell’ambiente
  • ž  Richieste interne od esterne cui la persona non riesce a rispondere
  • ž  Stimoli complessi o multipli
  • ž  Stress fisico (malattia, effetti collaterali ai farmaci)
  • ž  Risposte affettive alla percezione della perdita

 

Le implicazioni pratiche del modello sono che il comportamento può essere usato come barometro per valutare la tolleranza del paziente allo stress, infatti, l’intervento sull’agitazione è più efficace se attuato prima che il paziente raggiunga il picco nel livello di stress. Ricordiamo che ridurre lo stress non significa ridurre la stimolazione sensoriale, che a sua volta è stressante!

Attualmente, esistono numerosi interventi non farmacologici per la riduzione dei comportamenti agitati, tra cui l’impiego della musica, il contatto fisico e il massaggio alle mani. Questi metodi, applicati anche in anziani affetti da demenza, hanno mostrato effetti positivi nella diminuzione degli episodi di agitazione e di aggressione. In particolare, ricerche in letteratura hanno verificato l’efficacia di tecniche di massaggio sui disturbi emotivi e comportamentali e su quelli del sonno (Hansen, 2006). I massaggi più utilizzati sono quelli alla schiena e quelli alle mani. Alcuni studi hanno utilizzato stimolazioni aggiuntive come l’utilizzo di aromi particolari (Seo, 2009) o di una musica rilassante (Remington, 2002).

La musica rilassante e il massaggio mani sarebbero efficaci perché agiscono sulle soglie di stress (secondo il modello PLST)  alzandole. Dallo studio di Remington del 2002 è emerso che i due interventi (musica e massaggio mani) sono entrambi efficaci e hanno un basso costo; la musica rispetto al massaggio mani può essere usata con più pazienti contemporaneamente.

Le ricerche riportano che l’anziano è significativamente più rilassato in seguito al massaggio, con una riduzione dei disturbi del comportamento o del sonno (Seo, 2010; Richards, 2010). I comportamenti che migliorano sono il colpire, l’afferrare, il cercare di andare in un altro posto, il gridare, mentre l’opporre resistenza e il ripetere frasi o parole sembra non migliorare (Snyder, 1995). L’effetto degli interventi è  a breve termine, è visibile, in altre parole, solo nelle ore successive.

Le donne sembrano rispondere meglio degli uomini al massaggio mani e gli effetti sembrano essere maggiormente positivi di mattina.

Una attenzione particolare nel praticare il massaggio è che lo stress o il disagio di chi esegue il massaggio viene trasmesso al paziente e che un intervento troppo breve non sortisce alcun effetto.

 

Agitazione psicomotoria e terapia non farmacologica: il massaggio mani

Scopri di più sul modello di Hall & Buckwalter al corso sul Massaggio mani per ridurre l’agitazione psicomotoria dell’anziano istituzionalizzato.

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