Cantare, leggere o semplicemente saper modulare il tono di voce con cui si parla agli anziani può influire positivamente sia sui sintomi di patologie tipiche dell’invecchiamento sia sulla relazione con gli operatori (Olderog Millard e Smith, 1989; Gerdner, 2000b).
Questo accade perché le emozioni possono essere esternalizzate attraverso svariate modalità espressive, tra cui il tono della voce, l’espressione facciale e la gestualità. L’intonazione della voce nel parlare ha una forte influenza sull’ascoltatore, suscitando emozioni sia positive che negative (Scherer, 1995, 2003).
Le persone con demenza mantengono un sistema emotivo intatto nonostante disabilità neurologiche, cognitive e comportamentali (Magai et al., 1996). Tuttavia, questo può essere un’arma a doppio taglio, in quanto queste persone possono essere soggette ad esplosioni aggressive durante le situazioni di cura, come durante il bagno e l’alimentazione (Brotons and Pickett-Cooper, 1996; Thomas et al., 1997; Gerdner, 2000; Graneheim et al., 2005; Nolan, 2007).
Per quanto riguarda il canto, in una prima analisi, Götell et al. (2002) si sono concentrati sulla comunicazione verbale dei caregivers e hanno dimostrato che il canto ha portato ad un aumento della cooperazione anche se gli operatori non stavano più raccontando ciò che stavano facendo. L’atto di cantare ha portato anche benefici per il caregiver, dal momento che i pazienti erano più facili da curare. In una seconda analisi, Götell et al. (2003) hanno esaminato la postura, il movimento del corpo e la consapevolezza sensoriale degli anziani istituzionalizzati. In assenza di musica, i pazienti mostravano postura accasciata, movimento lento, svogliatezza, consapevolezza minima sia dello spazio personale che dell’ambiente fisico, e una scarsa capacità di eseguire le attività di toelettatura. Durante il canto del caregiver, i pazienti mostravano una postura raddrizzata, movimenti più forti e più simmetrici e una maggiore consapevolezza di se stessi e del loro ambiente. Inoltre, sembravano riguadagnare abilità e potevano svolgere compiti con intenzione, scopo e competenza. I caregivers hanno mostrato una postura del corpo più rilassata durante il loro lavoro. C’era un senso di reciproca vitalità, ma rispetto alla spensieratezza dell’interazione con la musica di sottofondo, la dinamica del canto era caratterizzata da un senso di sincerità, apertura, intimità e persino vulnerabilità. Gli stati d’animo prevalenti erano seri e sinceri. I pazienti sembravano ascoltare attentamente ed esprimere gioia, sincerità e meraviglia. Non hanno urlato né espresso aggressività. Quando parlavano, le loro voci erano rilassate e calme. Il canto del caregiver sembrava migliorare la consapevolezza di ciò che stava accadendo e la cooperazione.
Anche leggere per l’anziano può portare profondo conforto e gioia. A volte le attività di lettura ad alta voce sono carenti nelle case di cura, ma dovrebbero essere incrementate, in quanto possono migliorare la qualità della vita e il benessere.
La lettura può anche:
Leggere ad alta voce è un’attività intima che promuove sentimenti di vicinanza e attaccamento. Indipendentemente dal materiale scelto, la modalità di lettura può influenzare notevolmente il modo in cui una storia viene recepita e compresa.